Social Network per la terza età

Le analisi che periodicamente vengono effettuate sul target di utenti dei Social Network ci dicono che l’età media è piuttusto bassa, compresa in una fascia tra i 18 e i 30 anni.
Le ragioni sono scontate: una maggiore confidenza/abitudine nell’uso delle teconologie, una più spiccata attitudine ad accogliere le novità, la voglia di conoscere amici, persone dell’altro sesso, contatti di lavoro, ecc..

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Ma cosa succederebbe se venissero applicate le potenzialità collaborative dei Social Media al “mondo” della terza età, studiando come offrire servizi 2.0 agli anziani?
Sulla necessità di rifletterci credo non ci sia bisogno di soffermarsi, viste:

  • le tendenze demografiche in Italia e in Europa (invecchiamento costante della popolazione) e quindi l’aprirsi di un vasto mercato di “nuovi utenti”
  • le caratteristiche di semplicità di utilizzo, possibilità di generare gruppi di supporto/aiuto/collaborazione e condivisione di esperienze tipiche degli strumenti Web 2.0 che ben si adattano alle esigenze del pubblico “over 60″
  • la disponibiltà di una fetta consistente di anziani a dedicare tempo ed energie per imparare a utilizzare le nuove tecnologie (secondo uno studio il 56% delle persone intervistate ha fissato tra gli obiettivi prioritari della propria “vita da pensionati” quello di imparare ad usare il computer).

La domanda da porsi è sicuramente come fare a coinvolgere i non più giovani perché uno strumento come quello dei Social Network possa cominciare a penetrare anche in quella fascia di persone. Da un lato occorre sicuramente incentivare iniziative top-down da parte delle amministrazioni pubbliche (corsi, incontri, discussioni), dall’altro, dovendo ad esempio ipotizzare una start-up dedicata a questo target (una scommessa di business?), credo che non si possa prescindere da:

  • Una spinta ancora maggiore verso l’usabilità, con test dedicati e mirati alle modalità di fruizione/apprendimento di un utente anziano. Andrebbero ad esempio eliminati tutti i “fronzoli” (funzionalità non “core”), che spesso sono la sostanza visiva di alcuni social network
  • Una supporto di e-learning/autoapprendimento consultabile sul sito, che segua step-by-step l’utente “over 50″ nella comprensione dell’interfaccia
  • Una campagna mediatica che parli il linguaggio della fascia di età in esame, ovviamente sui canali tradizionali (TV, Stampa, Radio, Affissioni)

Intanto scopriamo che in Inghilterra il DWP (Department for Work and Pensions) ha messo online il suo social network, al fine di promuovere il dibattito tra i non più giovani e il Governo.
A mio giudizio sono solo le prime mosse che vedremo per coinvolgere un target che, così come si è visto nel settore del turismo, dell’alimentazione e della medicina, può offrire un ampio margine di profitto.

Scritto da Claudio Vaccaro per SocialWare

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